Cos’è la otoplastica?

Cos’è la otoplastica?

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L’otoplastica è un intervento di chirurgia estetica finalizzato a correggere le malformazioni più o meno evidenti delle orecchie. La causa più comune di disagio, indifferentemente nei due sessi, è rappresentata dalle così dette orecchie a sventola. Trattasi di difetto monolaterale o bilaterale consistente in una eccessiva distanza del o dei padiglioni auricolari dal cranio. Il termine tecnico è di orecchie ad ansa. Accanto al difetto summenzionato tale patologia si manifesta spesso con una cattiva definizione dell’elice e dell’antelice. L’intervento più corretto e duraturo consiste in un rimodellamento delle componenti cartilaginee. Elice,antelice e conca vanno rimaneggiate. Intervenire soltanto sulla componente cutanea in eccesso retroauricolare rappresenta a mio avviso una soluzione, sì molto semplice e poco onerosa sotto ogni punto di vista, ma incompleta ed isufficente. Si può intervenire in qualiasi età, ma non prima di un accettabile sviluppo del cranio. E’ da valutarsi, il momento più adatto per intervenire, con grande prudenza ed attenzione per evitare complessi che potrebbero insorgere in età scolare.

L’intervento monolaterale si effettua quasi sempre in anestesia locale, quello bilaterale potrebbe richiedere l’anestesia generale per motivi legati alla posizione intraoperatoria dei pazienti.

Daysurgery per la locale, una notte di degenza per la generale.

 

orecchie

Cos’è la mastoplastica riduttiva?

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Questo intervento trova indicazione nelle gigantomasie o nei casi in cui si senta la necessità di ridurre volumetricamente le mammelle. Se tale situazione assumesse la caratteristica di vera patologia, non solo estetica ma con gravami funzionali, magari per le implicazioni sull’assetto della colonna vertebrale è possibile l’intervento in struttura pubblica. Per tale intervento ocorre una degenza più lunga rispetto agli altri interventi descritti precedentemente ed una preparazione preoperatoria più complessa come ad esempio l’ emoautotrasfusione.

L’intervento, necessariamente in anestesia generale può, comunque, tranquillamente essere effettuato in case di cura attrezzate come sono quelle di cui personalmente mi avvalgo, su scelta del paziente.

Tecnicamente assomiglia molto alla mastopessi con una differenza sostanziale: si asporta oltre alla cute in eccesso anche tutto il parenchima mammario in eccedenza.

Per le cicatrici vale quanto detto per la mastopessi.

 

mastoplastica riduttiva1

 

mastoplastica riduttiva 3

 

mastoplastica riduttiva 2

Che cos’è la mastopessi?

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Quando il complesso areola/capezzolo ha subito un’abbrivio caudale ( è sceso verso il basso, per intenderci ), e tale evenienza può dipendere da cause le più disparate, magari associandosi, anche se non necessariamente, ad uno svuotamento volumetrico delle mammelle, gravate o non da smagliature della cute nei vari quadranti, è un grave errore pensare di risolvere il problema impiantando solo delle protesi. Occorre necessariamente intervenire con una tecnica che si chiama mastopessi.

Si effettua un sacrificio cutaneo, solo epidermico o in alcuni casi dermoepidermico, in aree studiate e disegnate preoperatoriamente, per consentire con le susseguenti suture un sollevamento del complesso areola /capezzolo, ed un recupero della tensione cutanea, eliminando il plus del rivestimento. Immaginate un palloncino semi vuoto di aria che ci appare inevitabilmente “floscio”. Se raggruppassimo con un gioco di dita l’aria solo in un settore, il palloncino ci apparirà subito teso e gonfio anche se un pò più piccolo. Sì un pò più piccolo ed è questo il motivo per cui si può valutare il contemporaneo eventuale impianto di protesi. Quindi in tal caso si parla di pessi più additiva. Nella mia casistica sono comunque eccezionali i casi di associazione dei due interventi percheè il recupero della giusta posizione oltre che della giusta consistenza delle mammelle, di solito appaga più che sufficentemente le pazienti.

L’intervento di mastopessi è gravato da cicatrici ben più lunghe ed estese rispetto ai taglietti dell’additiva, ma per un naturale quasi fisiologico evolversi delle stesse, nel tempo tali cicatrici restano veramente poco visibili (vedi immagini di un caso di mastopessi con i cerottini bianchi applicati sulle cicatrici nell’immediato post chirurgico).

Riepilogando: se l’additiva ha un obiettivo volumetrico la pessi ne ha un altro quello del giusto posizionamento di un seno ptosico. Ricovero, una notte di degenza e preferibilmente anestesia generale.

 

caso-mastopessi

Casi di Chirurgia estetica e funzionale del naso

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